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Ennio De Bellis (Università del Salento)

Il criterio di scientificità in una rivista filosofica

Il principio guida di qualunque studioso, anche e soprattutto quando egli si trovi a dirigere una rivista, è che la scientificità del suo operato non deve essere limitata da alcun vincolo burocratico.

Ciò non toglie, però, la sua responsabilità nei confronti di coloro che partecipano alla sua attività scientifica, nello specifico come autori di articoli pubblicati sulla rivista scientifica stessa. La cura affinché una rivista mantenga il suo posto nel numero delle riviste scientifiche nazionali rappresenta anche una garanzia del valore delle pubblicazioni dei suoi contributori nell’ambito della comunità scientifica nazionale e internazionale.

L’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario della Ricerca, con delibera del consiglio direttivo n. 42 del 20 febbraio 2019, che è il riferimento normativo più recente, fissa dei criteri di classificazione delle riviste, sia ai fini del loro riconoscimento come riviste scientifiche, sia ai fini della loro inclusione nella Classe A, cioè nel numero delle riviste di eccellenza. Nello stesso documento si connette la classificazione della scientificità e dell’eccellenza delle pubblicazioni su tali riviste direttamente con il sistema di reclutamento e di avanzamento di tutto il personale docente universitario in ambito nazionale.

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Abstracts

 

Elena L. Lappa

Aristotle’s Motion, Change and Contrariety as Key Factors for our Understanding of the Physical World

Abstract The issue of motion and change holds a central position in Aristotle’s Philosophy of Nature. In this paper, I will attempt to treat Aristotle’s theory of motion in close relation to his categories of potentiality (δυνάμει) and actuality (ἐνεργείᾳ), as well as his theory of contrarieties, so as to show that his doctrine of the physical world is a dynamic and not static one. A central place in the discussion holds the analysis of the basic definition of motion and the attempt to analyse motion as the process of the realization of the potential, the transition from potentiality (δυνάμει) to actuality (ἐνεργείᾳ), which leads to a dynamic picture of the physical world.

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Dimitra Balla, Zacharias Scouras

Aristotle and Darwin on the Birds’ Beaks: Evolutionary Affinities

Abstract The aim of this paper is to shed light on the affinities between Aristotle’s and Darwin’s approaches to birds, which are treated by both biologists as systems of structures and functions that operate in their environment and become affected by it. To this purpose, we will take a close look into relevant passages from the On the Parts of Animals and the Journal of Researches, where adaptation explanations of the form of the beak across different species within a group are developed.

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Efthymios Pappas

La materia prima in Aristotele nel XX e XXI secolo

Abstract L’intento di questo saggio è quello di esaminare e spiegare alcuni aspetti dello sviluppo del concetto di materia prima in Aristotele in confronto con l’avvento delle nuove scoperte relative alla teoria quantistica che hanno cambiato in profondità il concetto di sostanza.

The aim of this essay is to examine and explain some aspects of the development of the concept of prime matter in Aristotle in comparison with the advent of new discoveries relating to quantum theory that have profoundly changed the concept of substance.

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George P. Stremplis

Why Environmental Bioethics Needs Aristotle? A Critical Approach

Abstract In the light of the worldwide environmental degradation, Environmental Bioethics must provide a new sociopolitical and scientific paradigm. This paper aims to bring into focus a re-examination of Aristotle’s work, as the Stageirite’s early environmental interest contributes to a better comprehension of the complex and dynamic connection between human beings and the natural world. Moreover, it investigates the conceptual tools for re-establishing Nature’s inherent value as non-derivative or depended on anthropocentric ends. Finally, it highlights Aristotle’s interest in sustainability and population control, as crucial ethical and political responsibilities inextricably linked to the demand for distributive and intergenerational justice.

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Rita Argentiero

Luca Pacioli: dalla certitudo mathematicarum alla matematizzazione dell’universo

Abstract L’articolo si propone di studiare il ruolo che Luca Pacioli attribuisce alla matematica, mediante l’analisi di alcuni passaggi chiave tratti dalla Divina proportione e dalla Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalita. Dall’indagine emerge il rapporto di subordinazione di tutte le discipline nei confronti della suddetta scienza, la quale è lodata non solo per la certitudo e l’utilitas, ma anche in una prospettiva teologica: infatti il monaco individua l’utilizzo, da parte di Dio, della matematica non solo nella struttura ordinativa dell’universo, ma anche in quella compositiva.

The article aims to study the role Luca Pacioli attributes to mathematics, through the analysis of some key passages taken from Divina proportione and from Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalita. From the investigation emerges the relationship of subordination of all disciplines towards the above-mentioned science, which is praised not only for its certitudo and utilitas, but also in a theological perspective: in fact, the monk identifies God’s use of mathematics not only in the ordering structure of the universe, but also in its composition.

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Giulia Miglietta

Il principio analogico in Die Philosophie des Als Ob: analisi teoretica della struttura e dell’applicazione delle finzioni nella praxis

Abstract La riflessione che segue ruota intorno a La filosofia del come se del filosofo post-kantiano Hans Vaihinger. In particolare, si analizzerà la struttura gnoseologica della finzione e la sua applicazione all’esperienza per dimostrare che, al di là della specifica peculiarità di ogni prodotto finzionale, tutte le finzioni condividono uno stesso meccanismo: il principio analogico.

The analogical principle in Die Philosophie des Als Ob: theoretical analysis of the structure and application of fictions in praxis. This study concerns The philosophy of as if by the post-Kantian philosopher Hans Vaihinger. In particular, it will be analyzed the gnoseological structure of fiction and its application to experience in order to demonstrate that, beyond the specific peculiarity of each fictional product, all fictions share the same mechanism: the principle of analogy.

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Giuseppe Pintus

L’architettonica del discorso di K.O. Apel. Studio sull’etica della comunicazione come modello per un’etica generale

Abstract Il presente studio tenta una ricostruzione dell’architettonica del discorso elaborata da Karl-Otto Apel per mostrarne le strutture fondamentali. Tenta inoltre di mettere in evidenza alcune fragilità e di individuare possibili alternative all’elaborazione di un’etica della comunicazione intesa come modello per un’etica generale.

This study attempts a reconstruction of the architecture of discourse elaborated by Karl-Otto Apel in order to show its fundamental structures. It also tries to highlight some weaknesses and to identify possible alternatives to the development of an ethics of communication seen as a model for a general ethics.

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Fabio Ciracì

Esiste una filosofia italiana?

Abstract Esiste una filosofia italiana? Cosa definisce la filosofia come italiana? L’obiettivo di questo articolo è indagare i criteri utilizzati nella tradizione filosofica – storia, linguaggio, caratteristiche essenziali, teorie – per una definizione euristica della categoria storiografica, evitando un approccio ideologico o essenzialista al problema.

Is there an Italian philosophy? What defines philosophy as Italian? The aim of this article is to investigate the criteria used in the philosophical tradition – history, language, essential characteristics, theories – for a heuristic definition of the historiographic category, avoiding an ideological or essentialistic approach to the problem.

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Giorgia Salatiello

Natura umana e differenza sessuale

Abstract In questo saggio si mette in discussione la teoria del gender secondo cui il termine “sesso” è impiegato per riferirsi al semplice dato del sesso biologico, genetico, somatico e cerebrale, ed esso è ritenuto ininfluente nella strutturazione dell’identità personale, per la quale sono posti in primo piano i fattori socio-culturali o le insindacabili scelte della libertà individuale. Salatiello mette in discussione questa visione parziale della persona ricordando la necessità di salvaguardare la peculiare umanità del differire che non è né un fatto puramente biologico, né un semplice costrutto culturale, ma una dimensione trasversale dell’umano nella sua integralità.

This essay questions the gender theory, according to which the term ‘sex’ is used to refer to the simple fact of biological, genetic, somatic and cerebral sex, and is considered irrelevant in the structuring of personal identity, for which socio-cultural factors or the unquestionable choices of individual freedom are placed in the foreground. Salatiello questions this partial view of the person, pointing out the need to safeguard the peculiar humanity of differentiation, which is neither a purely biological fact nor a simple cultural construct, but a transversal dimension of the human being in its entirety.

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Calogero Caltagirone

La riscrittura della “grammatica” antropologica nel mutamento di paradigma attuale

Abstract È ormai un dato di fatto che si è entrati in un’epoca che sta imponendo una mutazione radicale della “totalità figurale struttura” dell’umano. Sono messe in crisi le tradizionali immagini umanistiche che hanno caratterizzato la cultura occidentale che costringono il discorso antropologico a non legarsi più al linguaggio canonico tramandato, il quale implicando un allargamento delle sue prospettive interpretative, è obbligato a riscrivere nuove grammatiche e sintassi in grado di orientare l’umano a pensare le trasformazioni e a pensarsi in trasformazione.

It is now a fact that we have entered an era that is imposing a radical mutation of the “total figural structure” of the human being. The traditional humanistic images that have characterised Western culture are in crisis, forcing anthropological discourse to no longer be bound to the canonical language that has been handed down, which implies a broadening of its interpretative perspectives, and is obliged to rewrite new grammars and syntaxes capable of guiding the human being to think about transformations and to think himself in transformation.

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Federico Stella

Dispotismo orientale e Islam. Riflessioni sulla storia di un concetto

Abstract In questo saggio si studia il rapporto tra il concetto di dispotismo orientale e l’Islam, inteso come una religione che è stata spesso presentata dagli autori occidentali come un movimento connotato da un forte  spirito guerriero e che si espanse per mezzo della spada e non della predicazione pacifica. Nell’articolo si esaminerà anche il pensiero di autori classici quali Aristotele, Rousseau e Machiavelli, Marx e Weber sul tema del dispotismo orientale e dell’Islam.

This essay studies the relationship between the concept of Oriental despotism and Islam, understood as a religion that has often been presented by Western authors as a movement marked by a strong warrior spirit, which expanded by means of the sword rather than peaceful preaching. The article will also examine the thinking of classical authors such as Aristotle, Rousseau and Machiavelli, Marx and Weber on the subject of oriental despotism and Islam.

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Pompeo Fabio Mancini

Soggetto e individuo. Costituzione del civis moderno tra lineamenti teorico-politici e prospettive antropologiche

Abstract La formazione dell’idea di cittadinanza segue l’evoluzione della teoria dello Stato dalla concezione patrimoniale e paternalistica fino a quella liberale e democratico-sociale. Lo Stato di diritto contribuirà così a formare l’idea di Stato democratico ad espressione popolare indiretta ed in questa concezione esso assegna a sé ambiti e azioni nella sfera politica e avoca il riconoscimento giuridico-formale dell’individuo, come soggetto di diritti, e quindi di cittadino. Ne consegue che la cittadinanza moderna riconosce il soggetto come entità giuridica espressione del processo di trasformazione politica, economica e socio-culturale dello Stato, e l’individuo come emblema di un nuovo paradigma antropologico. In tal senso l’individuo moderno è un’astrazione giuridicamente corretta sul piano della dottrina, ma antropologicamente devastante per le conseguenze che genera e determina nel sistema di valori della cultura moderna, in particolar modo occidentale.

The formation of the idea of citizenship follows the evolution of the theory of the State from the patrimonial and paternalistic conception to the liberal and democratic-social one. The rule of law will thus contribute to forming the idea of a democratic state with indirect popular expression and in this conception it assigns to itself areas and actions in the political sphere and advocates the legal-formal recognition of the individual, as a subject of rights, and therefore of citizen. It follows that modern citizenship recognizes the subject as a legal entity that is an expression of the process of political, economic and socio-cultural transformation of the state, and the individual as the emblem of a new anthropological paradigm. In this sense, the modern individual is a legally correct abstraction in terms of doctrine, but anthropologically devastating for the consequences it generates and determines in the value system of modern culture, especially Western culture.

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Fabrizio Valenza

La necessità di una visione unificata dell’esperienza

Abstract La parzialità cronica di giudizio di cui soffre l’essere umano contemporaneo si concretizza in espressioni spesso di carattere negativo, che restituiscono una visione limitata del senso di realtà, riduzione dell’esperienza globale dell’esistenziale. La prima e diretta conseguenza è un’esperienza di sé, del mondo e del Divino insoddisfacente, sempre a rischio degenerazione e bisognosa di un completamento di senso. Una filosofia mistica della conoscenza può unire la logica conoscitiva razionale alla modalità tipica della mistica, permettendo un progressivo ritorno globale all’unificazione dell’esperienza conoscitiva.

The chronic partiality in the judgement suffered by contemporary Human Being is often expressed in negative nature expressions, which result in the restitution of a limited vision of the sense of reality, reduction of global existential experience. Direct consequence consists in unsatisfactory experience of itself, of the world and of the Divine, always at risk of degeneration, in need of a completion of meaning. A mystical philosophy of knowledge can combine the modality of a rational cognitive logic with the typical modality of the mystical experience, allowing a progressive global return to the unification of cognitive experience.

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Lech Witkowski

Le trasformazioni e le loro dominanti: tra dinamica e struttura della processualità

Abstract This text discusses meta-pedagogical transformational contexts in the space of human activities and fate, making use of hermeneutics, critical reflection, psychoanalysis, anthropology and the “applied humanities” project. Problems: (1) moving the dominant factors in professional processes and practices, such as: dialogue, rationality of actions, understanding of tradition, freedom, change, the ideal of the space of action; (2) transversal, structural duality and oscillations around action dilemmas and dominants in psychosocial development; (3) traps, limitations and gaps in traditional approaches to the relationship between the factors in the transformation of a person’s identity, misleading discontinuities and internal tensions; (4) an anti-positivist breakthrough in understanding the explanation of processes and the threefold “explosive effect” in the transformations of the emotional-cognitive representation of actors, including their self-transformation and interactive alliance in action; (5) other approaches to the indicated conceptualization.

Nel testo, l’autore riflette sui contesti di trasformazioni meta-pedagogiche in riferimento all’ermeneutica, la riflessione critica, la psicanalisi, l’antropologia così come in relazione al progetto di scienze umane applicate. La problematica: 1) la ricollocazione della dominante in seno ai fattori che concorrono a definire i differenti processi e pratiche professionali, quali: dialogo, razionalità delle azioni, comprensione della tradizione, libertà, cambiamento, idea di spazio e di azione; 2) la trasversalità, la dualità strutturale, e le oscillazioni intorno ai dilemmi dell’azione e delle dominanti nello sviluppo psicosociale; 3) le difficoltà, i limiti e le lacune delle visioni tradizionali della relazione tra differenti fattori di trasformazione identitaria dell’uomo, le discontinuità e le tensioni interne svianti; 4) il passaggio a una visione antipositivista per una spiegazione comprensiva dei processi e un triplo “effetto esplosivo” che si produce nelle trasformazioni delle rappresentazioni affettive e cognitive dei soggetti che agiscono, comprese le trasformazioni di essi stessi e la loro alleanza interattiva nell’azione; 5) altre visioni della concettualizzazione menzionata.

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Salvatore Colazzo

In contrappunto. A proposito di un saggio di Lech Witkowski sull’agire educativo come agire trasformativo

Abstract L’articolo si propone di individuare le linee portanti del pensiero pedagogico di Lech Witkowski, il quale disegna una criteriologia meta-pedagogica dell’agire educativo. Reputa come irrinunciabile il lavoro educativo, che costituisce – a suo parere – l’istanza pragmatica di gran parte delle scienze umane e sociali. Esso trae le sue ragioni di legittimità dall’esigenza trasformativa che deriva dall’essere l’uomo un animale integralmente culturale, iscritto in un ambiente “naturale” da cui trae le risorse per realizzarsi a misura del suo immaginario. I vincoli a cui obbedisce sono storicamente definiti e quindi costantemente questionabili. Parimenti culturale è l’ignoranza che oggi si dà del background naturale su cui poggia l’umano, che sta deteriorando il pianeta, fino al punto da legittimare scenari apocalittici di distruzione delle condizioni naturali che consentono la sopravvivenza della specie umana. Invertire la rotta si può se si realizzerà una rivoluzione mediata dall’educazione. Una rivoluzione che miri a realizzare livelli di complessità del pensiero e dell’azione in grado di superare le contraddizioni attuali, immaginando un nuovo patto tra gli uomini e tra questi e la natura.

 

The article aims to identify the main lines of the pedagogical thought of Lech Witkowski, who draws a meta-pedagogical criteria of educational action. He considers educational work as indispensable, which in his opinion constitutes the pragmatic instance of most of the human and social sciences. It derives its legitimacy from the transformative requirement that derives from man being an integrally cultural animal, inscribed in a ‘natural’ environment from which he draws the resources to realise himself to the extent of his imagination. The constraints he obeys are historically defined and therefore constantly questionable. Equally cultural is today’s ignorance of the natural background on which the human being rests, which is deteriorating the planet to the point of legitimising apocalyptic scenarios of destruction of the natural conditions that allow the survival of the human species. Reversing the course is possible if a revolution mediated by education is achieved. A revolution that aims to achieve levels of complexity of thought and action capable of overcoming the current contradictions, imagining a new pact between mankind and between mankind and nature.

 

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Mario Castellana

Sulla costante presenza di Federigo Enriques nella strategia teorica di Lech Witkowski

 

Abstract L’intera strategia teorica messa in atto da Lech Witkowski è attraversata dalla presenza costante di indicazioni tratte dal pensiero filosofico-scientifico di Federigo Enriques (1871-1946); essa è più evidente nella prima fase del suo percorso per l’insieme di studi dedicati a tale figura  nel vederla come una delle voci, anche se emarginata, più autorevoli del neo-razionalismo europeo degli anni ‘30 insieme a Gaston Bachelard e Ferdinand Gonseth. In questi ultimi tempi, tali indicazioni, soprattutto quelle inerenti all’idea di teoria come “rappresentazione ipotetica degli invarianti dell’esperienza” espressa nei Problemi della scienza del 1906, hanno fatto da supporto alle sue continue meta-riflessioni sulla natura di altre discipline come quelle socio-pisco-pedagogiche e al confronto critico con le proposte di figure come Bateson, Habermas e altre.

 

The full theoretical strategy implemented by Lech Witkowski is crossed by the constant presence of indications drawn from the philosophical-scientific thought of Federigo Enriques (1871-1946); it is more evident in the first phase of his career for the set of studies dedicated to this figure in seeing her as one of the most authoritative voices, albeit marginalized, of the European neo-rationalism of the 1930s together with Gaston Bachelard and Ferdinand Gonseth. In recent times, these indications, especially those inherent to the idea of theory as a “hypothetical representation of the invariant of experience” expressed in the Problemi della scienza of 1906, have supported his continuous meta-reflections on the nature of other socio-pisco-pedagogical ones and the critical comparison with the proposals of figures such as Bateson, Habermas and others.

 

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Riccardo Campa

La pandemia e il ritorno del positivismo. Una riflessione attraverso le lenti della metapedagogia di Lech Witkowski

Abstract In quest’articolo prendiamo spunto dal recente lavoro Le trasformazioni e le loro dominanti di Lech Witkowski per sviluppare alcune riflessioni sull’emergenza pandemica. L’emergenza pandemica legata alla diffusione del Covid-19 ha sancito il ritorno, sulla scena mediatica e nel mondo intellettuale, del paradigma metascientifico positivista. Facendo leva sul succitato lavoro del filosofo polacco e su altre sue importanti ricerche, mostriamo che il paradigma positivista era stato superato nell’ambito della cultura francofona e italofona prima ancora che nell’epistemologica fallibilistica anglosassone (anche se ora – detto per inciso – pure quest’ultima sembra caduta nel dimenticatoio). Concludiamo sostenendo che la gestione della pandemia, soprattutto sul piano dell’informazione, non ha tratto giovamento da una rappresentazione della scienza troppo rigida e filosoficamente inadeguata.

In this article we take a cue from the recent work Transformations and their dominants by Lech Witkowski to develop some reflections on the pandemic emergency. The pandemic emergency linked to the spread of Covid-19 has sanctioned the return, on the media scene and in the intellectual world, of the positivist metascientific paradigm. By leveraging the aforementioned work of the Polish philosopher and other important works of his, we show that the positivist paradigm had been overcome in the context of French and Italian-speaking culture even before the Anglo-Saxon fallibilist epistemology (even if now – incidentally – the latter also seems to have fallen into oblivion). We conclude that the response to the pandemic, especially in terms of information, did not benefit from a too rigid and philosophically inadequate representation of science.